Curiosità e Storia della Targa Italiana
Una targa italiana corrisponde a una placca in metallo o materiale plastico che viene applicata ai veicoli per identificarli in modo univoco e fornire informazioni sui loro proprietari. Queste targhe sono generalmente costituite da una combinazione di numeri e lettere e sono attaccate alla parte anteriore e posteriore del veicolo tramite un supporto.
All’interno di questo articolo scopriamo la storia della targa italiana e alcune interessanti curiosità.
Prima di iniziare ci teniamo a precisare che, in caso di importazione di un’auto da un altro Paese Europeo, per poter circolare in Italia a tempo indeterminato, dovrai necessariamente provvedere ad una nuova immatricolazione. Per portare a termine questo processo, avrai bisogno del certificato di conformità ed uno dei modi più rapidi per ottenere tale documento è rivolgendosi ad un portale specializzato come EUROCOC.
La Storia della Targa Italiana
Le prime targhe italiane possono essere fatte risalire alla fine del XIX secolo, quando il concetto di proprietà dell’automobile stava appena iniziando a decollare. In quel periodo, una nuova normativa richiedeva che i proprietari si assumessero la responsabilità di creare le proprie targhe. Ciò significava che i proprietari delle auto dovevano creare un disegno unico, che includesse sia il loro nome che il numero di targa assegnato dal comune.
Nel 1901, questi requisiti furono ulteriormente formalizzati. Oltre a una targa metallica che riportava il nome del proprietario e il numero di targa locale, i proprietari delle auto erano ora tenuti a garantire che le loro targhe fossero conformi a determinate caratteristiche. Tra queste, i requisiti più severi riguardavano le dimensioni e i materiali, rendendo evidente che la guida richiedeva un’attenta cura dei dettagli e la comprensione delle normative statali.
All’inizio del 1900, l’Italia ha intrapreso una serie di importanti riforme politiche e sociali. Nell’ambito di questi cambiamenti radicali, il governo decise di standardizzare le targhe in tutto il Paese, implementando un sistema di codici uniformi. A ogni Provincia fu assegnato un numero per facilitare la tracciabilità dei veicoli e l’applicazione delle leggi sul traffico. Le lettere, inoltre, furono eliminate del tutto dalle targhe.
Sebbene questo sistema facilitasse l’efficienza dei trasporti in tutta Italia, fu poi sostituito da nuove linee guida negli anni Trenta. Con l’ascesa del fascismo sotto Mussolini, le targhe cambiarono ancora una volta per riflettere nuove considerazioni estetiche e politiche.
Il nuovo codice alfanumerico si basava su un formato quadrato della targa, con numeri bianchi su sfondo nero che potevano arrivare fino a 999999 senza lettere o zeri.
Alla fine questo design è stato abbandonato a favore di targhe rettangolari più moderne con scritte nere su sfondo bianco. Sebbene questi cambiamenti riflettano il mutare delle priorità culturali nel corso del tempo, alla fine hanno contribuito a migliorare la sicurezza stradale in tutta Italia.
Come funzionano le Targhe in Italia?
Per quanto riguarda i numeri di targa, il sistema utilizzato oggi è molto diverso rispetto al passato. Prima degli anni ’90, le targhe venivano assegnate utilizzando una sequenza di numeri e lettere che corrispondevano alla Provincia o al territorio in cui il veicolo era immatricolato. Tuttavia, questo metodo si è rivelato problematico a causa di questioni come lo spazio limitato per i caratteri e la confusione causata da alcune combinazioni di vocali e consonanti.
Nel tentativo di migliorare questo sistema, tra il 1994 e il 1999 è stato sviluppato un nuovo approccio. Questo approccio prevede l’utilizzo di 2 lettere seguite da 3 numeri e poi da altre 2 lettere, escludendo alcuni caratteri come le vocali, la Q e l’I/O per motivi pratici.
Nel complesso, questo nuovo sistema si è dimostrato molto più efficace per l’assegnazione dei numeri di targa, consentendo l’immatricolazione di milioni di veicoli senza generare alcuna confusione o complicazione.
Targa Italiana: il Metodo di Assegnazione
La prima targa rilasciata con il sistema attuale era AA 000 AA, e l’auto immatricolata subito dopo aveva la targa AA 00 AB. La terza auto in fila riceveva la targa AA 000 AC e così via, man mano che le combinazioni di lettere continuavano. Quando la sequenza di lettere si esaurì, le modifiche iniziarono a riguardare i numeri.
Con l’inizio del 2020, le targhe italiane hanno visto cambiare la prima lettera dalla F alla G.
È possibile individuare l’Anno di Immatricolazione dalla Targa Italiana?
Anche se può sembrare un compito semplice, cercare di indovinare l’anno di immatricolazione di un veicolo in base alla sua targa può essere in realtà piuttosto difficile. Molti credono che la disposizione delle lettere e dei numeri sulla targa possa dare qualche indicazione sulla data di immatricolazione. Tuttavia, ciò non è necessariamente vero.
In realtà, le targhe sono assegnate in blocco a specifici uffici della Motorizzazione Civile presenti in diverse città italiane, il che rende quasi impossibile sapere da dove proviene un particolare veicolo semplicemente guardandone la targa.